AOI condanna la svolta autoritaria e liberticida in Turchia

Le notizie che giungono dalla Turchia ci danno il quadro di una tragedia annunciata e suscitano la nostra profonda indignazione e allarme. Da tempo Erdogan aveva dato segnali chiari della sua intenzione di imprimere al paese una nuova ulteriore svolta autoritaria, e spostare il baricentro della sua azione politica nel delicatissimo scacchiere regionale. Così, immediatamente dopo il fallito tentativo di golpe militare, che di certo non avrebbe rappresentato alcun “ritorno alla laicità”, il premier turco ha sferrato un attacco alla legalità, ai presìdi democratici ed ai diritti umani senza precedenti in un paese già tormentato da continue violazioni di tali diritti, dall’avanzata dell’estremismo religioso e del terrorismo a discapito dei principi laici voluti da donne e uomini turchi, e dalle azioni di repressione contro il popolo curdo. Un conflitto quest’ultimo che ora, con il pretesto della lotta al terrorismo, sarà ancor più sanguinoso ed indiscriminato.

Oggi come non mai il popolo turco si trova sull’orlo del baratro; le donne per prime rischiano di vivere sulla loro pelle il richiamo alle suggestioni di uno stato islamico, con conseguenze tragiche per quanto riguarda l’aumento delle diseguaglianze di genere, un ulteriore giro di vite sull’aborto, l’imposizione del velo, la violenza per chi si oppone.

Siamo di fronte ad un’escalation drammatica di repressione, smantellamento delle minime garanzie di diritto, culminato dapprima nella decretazione dello stato di emergenza, e poi nell’annuncio recentissimo della sospensione della Convenzione Europea sui Diritti Umani. Una repressione che sta colpendo a tutto campo, dagli insegnanti, ai giovani, ai giornalisti, agli avvocati e ai giudici. E che dovrebbe richiamare la comunità internazionale ad un impegno chiaro e forte per la tutela dei difensori dei diritti umani, della libertà di coscienza, di stampa, di espressione.

Invece l’Europa continua ad essere silente. Esprime “irritazione” cui non dà seguito con misure politiche forti e determinate, e corre il rischio di diventare complice. La Turchia è un alleato scomodo ma troppo importante per la tenuta dello scellerato accordo per la “gestione” dei flussi migratori, concluso nonostante gli evidenti e ripetuti allarmi sui rischi per la vita e la dignità dei migranti e dei rifugiati.

L’AOI, Associazione delle organizzazioni di solidarietà e cooperazione internazionale, esprime la propria condanna per la svolta autoritaria e liberticida in Turchia e chiede al governo italiano e all’Alto Commissario, Federica Mogherini, di prendere una posizione netta di condanna dell’escalation repressiva di cui si sta rendendo responsabile il primo ministro Erdogan. Chiede inoltre che vengano adottate immediatamente misure conseguenti, quali la sospensione dell’accordo UE-Turchia per i flussi migratori, e che vengano messe in atto tutte le iniziative a disposizione per esprimere il proprio dissenso e attivarsi per la tutela e la protezione dei diritti umani del popolo turco, delle donne, delle popolazioni curde e yazide, dei difensori dei diritti umani in quel paese.

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