Incontro con i responsabili delle organizzazioni non governative che, con il sostegno della Cooperazione allo Sviluppo italiana, operano nei Territori palestinesi

boldrini_unrwa2Si è tenuto alla Camera dei Deputati, alla presenza della Presidente Boldrini, l’incontro per aggiornare sulla situazione sul campo e gli interventi di assistenza emergenziale

La situazione di crisi umanitaria a Gaza ha raggiunto proporzioni allarmanti. La popolazione civile è allo stremo: un quarto delle persone sono sfollate dalle loro case, rase al suolo o gravemente danneggiate, mentre anche chi ancora vive nella propria abitazione non ha più accesso ad acqua ed energia elettrica, dipendendo dalla organizzazioni umanitarie per i bisogni di base.

In questa situazione, l’iniziativa promossa dalla Presidente della Camera, Onorevole Boldrini, ha permesso un momento fondamentale di aggiornamento e riflessione, a partire dagli innumerevoli interventi delle organizzazioni non governative resi possibili anche grazie al sostegno della Cooperazione allo Sviluppo italiana.

Durante la riunione, Marina Calvino, segretario generale del Comitato italiano per l’UNRWA, ha potuto dare conto dell’incessante lavoro di risposta che quotidianamente 12.500 operatori umanitari, lo staff dell’Agenzia a Gaza, portano avanti anche a rischio della propria incolumità.

Ogni giorno UNRWA gestisce le 90 scuole in cui hanno trovato rifugio 270.000 sfollati distribuendo cibo e acqua – potabile e non – kit per l’igiene e la pulizia degli ambienti; gasolio per fare funzionare i generatori, non solo delle scuole ma anche delle strutture pubbliche che ne hanno più urgenza, come gli ospedali, e i veicoli per l’assistenza umanitaria.

I nostri operatori ecologici sono costantemente all’opera per la rimozione dei rifuti solidi, mentre operai dell’Agenzia lavorano per installare le docce nelle scuole per garantire l’igiene e scongiurare il rischio di epidemie. 13 ambulatori su 21 sono operativi e fornisco visite mediche con picchi che in alcune giornate hanno raggiunto gli oltre 17.000 pazienti.

Ma perchè l’assistenza alla popolazione di Gaza continui c’è bisogno di sicurezza – per garantire agli operatori umanitari di lavorare e alla popolazione civile di muoversi – generi di base come cibo e acqua e di cominciare al più presto le operazioni di ricostruzione per abbassare l’enorme pressione sui rifugi per gli sfollati, popolati oramai oltre ogni limite.

A questo link la galleria fotografica dell’incontro

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