La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza compie 30 anni. AOI: serve un un patto per le giovani generazioni

 

“AOI per i 30 anni della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC): un patto per le giovani generazioni al centro delle politiche e degli obiettivi dell’Agenda 2030 e oltre”

La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza compie 30 anni.

Nessuno sviluppo è giusto e sostenibile se non pone al centro le nuove generazioni. In questa giornata di celebrazioni e di riflessioni, AOI – Cooperazione e Solidarietà Internazionale – insiste sulla necessità della coerenza delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza. Infanzia e sviluppo sono questioni strategiche imprescindibili e non più prorogabili, che richiedono interventi di sistema in una dimensione globale, come negli obiettivi dell’Agenda 2030.” dichiara la Portavoce AOI Silvia Stilli. “Siamo di fronte a una situazione drammatica e paradossale: pur aumentando la consapevolezza sui diritti, bambine e bambini scontano condizioni di estrema vulnerabilità, le loro vite non sono tutelate”.

AOI lancia la sfida di un percorso che da oggi, 20 novembre 2019, arrivi al 2021, trentennale della ratifica della CRC in Italia. La strategia per l’infanzia e l’adolescenza deve essere frutto di un lavoro di collaborazione tra le istituzioni, responsabili di interventi strutturali, e il mondo del Terzo Settore tutto.

La “questione infanzia” non va classificata e frammentata per competenze ministeriali: la sua collocazione deve essere in un ambiente degno, sia istituzionale che culturale, dentro un patto intergenerazionale.

In AOI la componente di organizzazioni che hanno in priorità interventi di advocacy e progettuali sull’infanzia in Italia e nel mondo è numerosa, va dal settore dell’educazione alla cittadinanza globale a quello dell’aiuto umanitario e della cooperazione per lo sviluppo, dall’accoglienza per i minori stranieri non accompagnati all’adozione internazionale e al sostegno a distanza. Un mondo ampio che chiede attenzione e partecipazione attiva nel definire le politiche.

L’associazionismo, in questa sfida, rivendica il suo ruolo precursore nel creare ponti e generare innovazione e si mette a disposizione per lavorare ad un nuovo approccio basato sui diritti e non più sul culto del servizio o bisogno prioritario. Nella comunicazione e nelle prassi quotidiane bambine e bambini siano protagonisti delle scelte che li riguardano direttamente e come parte di comunità.

Basta con politiche che rendono le giovani generazioni beneficiarie passive. Allo stesso tempo, serve una responsabilizzazione e una comunicazione eticamente corretta che non le qualifichi come mero strumento di raccolta fondi.” sottolinea la Portavoce AOI.

Insieme istituzioni, Terzo Settore e anche mondo profit possono riportare realmente al centro l’infanzia, innovando la metodologia e i criteri con cui sviluppare politiche mature, sistemiche e generative per le persone di minore età.

Le misure di welfare sono indispensabili” prosegue Stilli “ma non possono essere in sé punto di partenza e arrivo: siano conseguenza ed effetto di un’attenzione culturale e antropologica, sincera e sempre vigile”.

 

Note e Riferimenti di Attualità

“Non uno di meno” ricorda l’Autorità Garante nell’evento DIRITTI IN CRESCITA del 19 novembre, a richiamo dell’omonima campagna https://www.garanteinfanzia.org/diritti-in-crescita/

“Non vogliamo riparare i danni ma cambiare il paradigma” Dichiara Carlo Borgomeo presidente dell’impresa sociale CON I BAMBINI che ha presentato il rapporto sulla povertà educativa e la  percezione degli italiani https://www.conibambini.org/presentati-i-risultati-dellindagine-demopolis-gli-italiani-e-la-poverta-educativa-minorile/

Condividi