Addio a Cesare Taviani

AOI si stringe ai familiari, alle amiche e amici della comunità solidale di Cesare Taviani esprimendo profondo dolore per la sua recente scomparsa. Cesare è stato un maestro di vita, un punto di riferimento per tutto il mondo della solidarietà internazionale.
Pubblichiamo un contributo di Giusi, scritto insieme a Cesare, a testimonianza della loro esperienza cilena, pilastro dell’impegno personale e associativo di entrambi nella cooperazione internazionale

IL SOGNO OLTRE IL GOLPE CILENO

Cesare e Giusi Taviani dal 1970 al 1975 Curanilahue e Santiago (Cile)

Curanilahue, nella lingua Mapuche “guado pietroso” o “luogo della pietra nera”, con un evidente riferimento al carbone, è un piccolo pueblo (villaggio) lungo la strada, pista un tempo, che unisce la città di Concepciòn alle località di Lebu e Cañete, della boscosa, isolata e remota provincia di Arauco.

Qui la nostra esperienza professionale e umana è stata straordinaria: la costruzione del progetto “dal basso”, radicato sul territorio e deciso dalla comunità locale è stata la premessa per favorire un dialogo e uno scambio, nel contesto dei giovani minatori del carbone, con il “nostro mondo”.

I moduli formativi creati e attivati nel settore elettro-meccanico, del legno, della sartoria e della alfabetizzazione, sono nati e sono stati realizzati in sintonia con i compagni cileni e hanno aperto una nuova strada alle prospettive lavorative di Curanilahue. Abbiamo tutti vissuto un’esperienza che ha sedimentato la consapevolezza di poter camminare autonomamente e di partecipare al cambiamento che il Presidente Allende stava apportando in tutto il Paese.

Il golpe dell’11 settembre 1973, si è abbattuto su tutto questo in tutta la sua brutalità: ne è un esempio la storia di Maria Edith Vasquez, 18 anni, di famiglia militante comunista. A tre giorni dal golpe, i militari arrivarono a Curanilahue e, non trovando a casa i suoi fratelli, prelevarono lei. Una settimana dopo ai genitori vennero recapitati la carta d’identità e il suo poncho. La notizia l’apprendemmo di notte ascoltando Radio Mosca, attraverso la BBC.

Il golpe interruppe il progetto ma non il sogno. Rimasero la Chiesa locale e la Vicaria de Solidaridad a Santiago a portare avanti il lavoro. La rete di relazioni e collaborazioni di quegli anni è stata molto importante per la “vicinanza” che l’Italia ha mantenuto con la resistenza cilena alla dittatura di Pinochet. La partecipazione e il forte sostegno che tutti noi abbiamo costruito per la campagna del NO, nel plebiscito del 1988, ne sono state la più chiara manifestazione e ci hanno restituito la bellezza del percorso fatto insieme, il senso più profondo di una vittoria collettiva.

Cesare, non potendo più parlare, scrivere e camminare a causa di una tremenda malattia, mi ascolta mentre scrivo della nostra esperienza cilena. Giusi

Pubblicato da: progettomondo mlal in: 1966 – 2016 CINQUANT’ANNI DALLA PARTE GIUSTA

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