Comunicato Consiglio dei Ministri n. 46

[…] È stato inoltre approvato, su proposta del Presidente del Consiglio e del ministro degli Affari Esteri, Emma Bonino, un disegno di legge che disciplina la cooperazione internazionale per lo sviluppo e riforma organicamente la Legge 49 del 1987. Il disegno di legge attua un impegno assunto fin dall’inizio della legislatura, e riconfermato dalle dichiarazioni del Presidente del Consiglio durante il dibattito sulla fiducia al governo nel dicembre 2013. Il testo fa tesoro di una lunga discussione parlamentare di natura bipartisan maturata su questo argomento nella scorsa legislatura.

Esso riconferma una rinnovata attenzione del Governo sui temi della cooperazione, resa evidente in questi dieci mesi di attività dal consolidamento e aumento delle risorse disponibili dopo lunghi anni di dimagrimento del bilancio relativo, dal reingresso dell’Italia nel Global Fund annunciato a Washington il 3 dicembre 2013, dalla partecipazione attiva nelle sedi di dialogo europeo e internazionale, dalla presenza generosa e responsabile del nostro Paese alle conferenze dei donatori, chiamate dalle Nazioni Unite sui principali teatri di crisi aperti nel vicinato mediorientale, fra i quali, da ultima, la seconda Conferenza sulla Siria tenuta la scorsa settimana a Kuwait City.

I criteri di fondo

Il disegno di legge è stato concepito con due obiettivi di fondo:

  • · aggiornare in modo sistematico la fotografia del sistema dopo 27 anni, rimettendo in ordine soggetti, strumenti, modalità di intervento e principi di riferimento maturati nel frattempo nella comunità internazionale;
  • · prendendo in considerazione le indicazioni ricevute nella “peer review” dell’Ocse-Dac nel 2009 e nel 2013, cerca di adeguare il nostro sistema ai modelli prevalenti nei Paesi partner della UE, pur in scala dimensionale minore.

I tre pilastri della riforma

Il disegno di legge definisce una nuova architettura di governance del sistema della cooperazione. La coerenza delle politiche e il coordinamento delle stesse sarà garantito attraverso il Comitato Interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS), una regia costituita dai dicasteri che hanno competenze in materie che sono oggetto di attività di cooperazione allo sviluppo. Essendo la cooperazione definita come “parte integrante della politica estera”, toccherà al Ministero degli Esteri, nella figura del Vice Ministro delegato, il compito di tirare le fila di questo esercizio unitario e coerente. Anche le risorse, oggi distribuite sui capitoli di diversi Ministeri, saranno facilmente leggibili attraverso un apposito Allegato al Bilancio.

Il disegno di legge definisce inoltre una nuova struttura di gestione, prevedendo la nascita dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. L’Agenzia, un modello che esiste in tutti i principali Paesi europei, corrisponde a un’esigenza fortemente richiesta dagli attori della cooperazione e avanzata nelle proposte di riforma di iniziativa parlamentare; essa consentirà di valorizzare le professionalità già esistenti e di attrarne di nuove; permetterà infine di potersi cimentare, grazie alla maggiore flessibilità, con le modalità più innovative di cooperazione oggi esistenti, non normativamente compatibili con l’assetto attuale. Si tratterà di un’Agenzia assai leggera, un vascello corsaro se comparato con i numeri delle Agenzie esistenti negli altri Paesi partner. Per gli interventi maggiormente onerosi, l’Agenzia lavorerà assieme al Ministero degli Esteri in un apposito Comitato Congiunto.

La riforma disegna infine un rapporto di partecipazione del Parlamento, che esercita le funzioni di indirizzo e controllo sul documento triennale di programmazione, e della Conferenza Nazionale, un organo di discussione e di consultazione, che darà stabilità all’esperienza di dialogo fra soggetti pubblici e privati, già maturata in occasione del Forum di Milano del 2012. […]

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