Giornata della Memoria e dell’Accoglienza: AOI chiede al Governo un’inversione di marcia 

AOI, insieme a tutte le cittadine e i cittadini italiani giusti e solidali, celebra oggi la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, istituita dalla legge 45/2016 in ricordo delle 368 vittime che in questa data nel 2013 persero la vita davanti all’isola di Lampedusa. Non é un ‘appuntamento di privati’, si tratta di una ricorrenza istituzionale che ha lo scopo di ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà. L’UNHCR sottolinea che sono “1.720 le persone che risultano morte e disperse nel Mediterraneo al 3 ottobre 2018, un costo umano inaccettabile: tra gennaio e luglio 2018 per ogni 18 persone che hanno attraversato il Mediterraneo Centrale dirette in Europa, una ha perso la vita.

Non è possibile dimenticare una strage di queste dimensioni che, protraendosi nel tempo, cancella quotidianamente il valore principale di un mondo di democrazia e diritti, quello di salvare vite umane e garantire loro un’esistenza dignitosa.

Non ci sono più le navi delle Ong pronte a raccogliere le vittime dei trafficanti dai barconi che fanno del Mare Nostrum uno sterminato cimitero: è stato impedito loro di attraccare nei porti italiani. Il 3 ottobre 2018, che le istituzioni avrebbero dovuto solennemente celebrare, segna invece una delle pagine più buie della storia recente del nostro Paese, contrassegnata dall’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri nei giorni scorsi del Decreto sulla Sicurezza, che ha di fatto messo in discussione i principi fondanti della protezione internazionale e del diritto di asilo, come sottolineato dalla stessa UNHCR e da tante organizzazioni e realtà impegnate nella solidarietà internazionale e nella buona accoglienza dei migranti: le associazioni del Tavolo Asilo, le organizzazioni missionarie cattoliche, le associazioni evangeliche, ma anche giuristi impegnati per i diritti dei rifugiati, alcune importanti Regioni ed Enti Locali.

Di ieri, infine, la notizia della misura cautelare di arresto domiciliare per il sindaco di Riace, Domenico Lucano. Riace è l’esperienza più apprezzata in Italia e all’estero di accoglienza dei migranti per la sua sostenibilità e la sua efficacia. “Quando il sindaco di Riace fu accusato di molteplici reati non esitammo a schierarci dalla sua parte certi della sua innocenza. Oggi nelle parole del Gip ne troviamo la conferma, Lucano non avrebbe colpe. Ma nel corso delle indagini sarebbero emerse altre irregolarità che oggi hanno portato al suo arresto, con l’accusa di aver cercato di impedire che degli esseri umani finissero nel limbo della clandestinità”: questa la dichiarazione della Rete dei Comuni Solidali, Recosol.

Credo sia dovere civico esprimere la mia personale solidarietà al Sindaco Mimmo Lucano, ricordando che da tempo è stato lasciato solo ad affrontare la sfida dell’accoglienza sostenibile nell’obiettivo di superarne l’aspetto caritatevole per farne motore di sviluppo per tutta la comunità di Riace. AOI esprime piena fiducia nel lavoro della magistratura e nella trasparenza e garanzia di imparzialità delle sue azioni. Al tempo stesso dobbiamo esprimere forte condanna dei processi mediatici e dei giudizi di colpevolezza verso il Sindaco di Riace, espressi peraltro da esponenti di questo Governo nelle ultime ore: si tratta di atti gravi per chi è chiamato ad amministrare un Paese democratico” – queste le parole di Silvia Stilli, portavoce AOI

Unisco la mia voce alle tante che in questi giorni hanno espresso preoccupazione per le scelte politiche delineate nel Decreto Sicurezza: scelte che sostanzialmente cancellano le positive esperienze dell’accoglienza diffusa (SPRAR) e non indicano alcuna strategia efficace per affrontare in un’ottica di modelli sostenibili e virtuosi il tema dei flussi migratori delle persone in fuga da fame, povertà, violenza e guerra“.  sottolinea ancora Stilli.

Le organizzazioni non governative italiane mettono in primo piano nella loro azione di advocacy l’affermazione della necessità di un quadro di coerenza delle politiche, interne, di accoglienza, estere, diplomatiche, di cooperazione internazionale, di sviluppo economico, welfare, salute, educazione, lavoro: questa l’unica strategia per affrontare il tema dello ‘sviluppo negato’ e della mancanza di giustizia sociale, diritti, accesso ai beni primari, all’istruzione, alla base dei flussi migratori. Non si tratta di una proposta nuova, è il fondamento dell’Agenda 2030 per la Sviluppo Sostenibile, cui l’Italia ha aderito.

É ormai non più rimandabile il momento per riattivare il dialogo e il confronto delle istituzioni con le Ong di cooperazione internazionale, le cooperative, le organizzazioni del Terzo Settore e gli Enti Locali impegnati nell’accoglienza e nella tutela dei diritti di migranti e vittime delle tratte di esseri umani, insieme alle rappresentanze sindacali e alle imprese impegnate nell’inclusione lavorativa degli stranieri.

AOI chiede al Governo italiano di attivare da subito la costituzione di un Tavolo interministeriale che sul tema migrazioni / accoglienza / sviluppo coinvolga tutti gli attori citati: una scelta responsabile per presentarci come esempio per le politiche europee. Si può e si deve fare.

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