La nuova cooperazione: un approccio di sistema per garantire partecipazione

L’intervento integrale di Silvia Stilli, portavoce di AOI, alla Conferenza Nazionale della Cooperazione allo sviluppo, tenutasi lo scorso 24 e 25 gennaio all’Auditorium Parco della Musica a Roma. Un’occasione di confronto e dibattito tra tutti gli attori della cooperazione internazionale per riflettere sulle scelte del passato e progettare gli interventi del futuro.

Buongiorno a tutti i presenti, sono la Portavoce AOI, ma oggi il mio sarà un intervento unitario a nome sia dei soci di AOI che di Link2007, rappresentanze nazionali del mondo non governativo italiano della cooperazione allo sviluppo, cui aderiscono ong e altre organizzazioni della società civile, federazioni, forum tematici e coordinamenti territoriali. Le nostre diverse specificità come aggregazioni nazionali hanno comunque importanti finalità convergenti, che abbiamo scelto di trasmettere con un messaggio condiviso, perché possano essere più efficacemente ed autorevolmente comprese e perseguite.

Oggi qui esprimiamo prima di tutto la vicinanza e il cordoglio alle colleghe e ai colleghi di Save The Children, per l’attacco terroristico subito nella loro sede a Kabul. Hanno scelto di essere vicini alla società civile in un Paese perennemente in guerra, consapevoli del rischio che comporta. Come loro tante altre organizzazioni. Dalla Siria alle città curde che oggi sono sotto assedio turco. Come in Africa ieri a cercare di debellare l’ebola, oggi ad affrontare la carestia.

Nelle emergenze umanitarie le ong italiane sono storicamente molto impegnate nell’aiuto umanitario, in una mappa diffusa di interventi, la loro azione efficace e di continuità è riconosciuta e valorizzata dalle agenzie umanitarie internazionali. E sempre di più la stessa cooperazione italiana, ieri con la DGCS e oggi con l’AICS, direttamente e insieme al mondo non governativo, realizza programmi che la qualificano positivamente in tanti contesti di crisi, conflitti, catastrofi naturali, dall’Africa al Medio Oriente, alla Palestina. E’ importante per tutti i cittadini sapere che la presenza italiana in queste aree non è solo militare.

Adesso a nome di AOI e Link2007 vengo ad esprimere un ringraziamento sincero, in questa fase conclusiva della Conferenza Nazionale, ai promotori e diretti organizzatori, il Ministro, il Vice Ministro, la Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo e l’Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo. Davvero tanti sono in totale i partecipanti alla Conferenza (più di 2500) che hanno seguito le sessioni in plenaria e le tavole rotonde e sono intervenuti agli eventi auto-organizzati. Grazie, perché avete rafforzato la percezione che rileviamo dal nostro osservatorio sociale e verifichiamo nell’agire quotidiano: che la cooperazione internazionale non è a priori tema così lontano dalla sensibilità dell’opinione pubblica del nostro Paese. Anche se questo non emerge con sufficiente visibilità. Ieri, nella tavola rotonda dedicata al tema, si è parlato di quanto sia strategica una comunicazione trasparente ed efficace, chiara e comprensibile, in grado di affrontare a testa alta il confronto con le false notizie, con un’informazione parziale. Come AOI e Link2007 da tempo abbiamo scelto di investire in percorsi di accountability nell’etica della comunicazione, con una particolare attenzione all’uso corretto e non strumentale delle immagini nella raccolta fondi. Abbiamo messo in priorità nelle nostre azioni sostegno e promozione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile allo scopo di realizzarne gli Obiettivi: questo ci porta a costruire percorsi di educazione alla cittadinanza globale per accrescere conoscenza, consapevolezza e sensibilità diffusa sui temi dell’Agenda e della giustizia globale. Costruire la consapevolezza di poter essere attori di un diverso sviluppo, soprattutto tra le giovani generazioni, è un investimento per il futuro di tutti.

Il quadro internazionale che abbiamo davanti è quello che Oxfam ha sintetizzato lunedì scorso, alla vigilia del Forum della Finanza Mondiale di Davos: il sempre maggiore divario tra ricchi e poveri nella popolazione mondiale, dove l’1% possiede quanto il restante 99%,intascando in un anno l‘82% dell’incremento di ricchezza netta. Questa la causa prima della povertà, dello sviluppo diseguale e dei diritti negati, dello sfruttamento indiscriminato delle risorse che porta all’impoverimento di intere regioni del pianeta, che indebolisce e mette a rischio governi e democrazie, che genera la fuga disperata di migliaia e migliaia di esseri umani in cerca della salvezza, che troppo spesso trovano la morte in mare o nel freddo inverno delle regioni balcaniche. E anche lì, ad allungare le braccia dalle navi dei soccorsi umanitari o a porgere coperte e cibo, il mondo non governativo prova ad esserci, presidio di umanità.

Troppo spesso in solitudine e talvolta ostacolato nella sua azione umanitaria dalle stesse istituzioni. E’ importante che il Governo italiano abbia assunto formalmente l’Agenda 2030: per contribuire alla sua piena affermazione occorre che, in un quadro di coerenza delle politiche, la cooperazione internazionale sancisca la priorità dell’APS negli accordi complessivi di parternariato. Le ragioni dell’impegno le ha motivate ieri Stefano Manservisi, non serve articolare ulteriormente il ragionamento.

La L.125 del 2014, che delinea una cooperazione internazionale finalmente parte integrante della politica estera, indica nell’approccio di sistema il percorso per garantire la partecipazione di tutti gli attori ad una programmazione condivisa e coerente. Occorre a nostro parere che l’impegno per dare concretezza alla prospettiva che la legge richiama sia più forte e convincente, che si creino maggiori occasioni e si valorizzino gli strumenti in essere per tradurre questo processo in linee guida strategiche e in programmi di ampio respiro. Le specificità del non governativo nel suo complesso, del mondo cooperativo, delle fondazioni, delle autorità locali e soggetti pubblici, del profit, delle università e della formazione sono valorizzate dalla legge 125, rappresentano una ricchezza che ci è riconosciuta, lo ha detto ieri il Presidente della Repubblica Centrafricana, che altri Paesi donatori non sono in grado di offrire nella medesima misura nei parternariati di cooperazione internazionale. Ma abbiamo imparato dalla pratica che senza mettere a sistema questa ricchezza di differenti specificità, senza porci in una parola in ottica di sistema-paese, l’efficacia della nostra azione si riduce.

Il mondo non governativo italiano promuove l’ownership e la partecipazione democratica e sostiene lo sviluppo sostenibile delle comunità, stimola il dialogo e la co-progettazione tra differenti attori. Ci siamo impegnate come reti a sostenere un percorso di maggiore protagonismo e di effettivo accreditamento degli attori sociali della cooperazione internazionale che la legge riconosce, a partire dalle diaspore, in una prospettiva di unitarietà e accountability complessiva del mondo non profit. Auspichiamo che l’Agenzia, nella dotazione accresciuta di risorse e nel potenziamento della struttura, promuova bandi in grado di valorizzare e rafforzare maggiormente i parternariati e si sperimentino programmi più che progetti nei Paesi o a livello regionale, con un concorso maggiormente condiviso dei vari attori. In questa prospettiva, va affermato il ruolo propositivo del Consiglio Nazionale della allo Sviluppo (CNCS), dove tutti questi attori sono rappresentati, va stabilita un’agenda che lo metta in grado di contribuire più costruttivamente alla definizione delle linee guida specifiche del documento strategico di programmazione da far approvare al Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS), l’organo presieduto dal Presidente del Consiglio, garante della coerenza delle politiche in termini di cooperazione internazionale. Si è lavorato in questi due anni alla stesura di linee guida importanti, dalla disabilità all’Educazione alla Cittadinanza Globale. Mi permetto qui di segnalare velocemente alcuni punti da mettere in agenda:

  • l’aggiornamento delle linee guida sui Minori ferme al 2012, considerando tutto l’impianto sotto la lente dell’infanzia nella sua dimensione evolutiva;
  • necessità di indicare una rappresentanza nel CNCS per le Organizzazioni (Enti) di Adozione Internazionale;
  • la definizione di linee guida relativa alla gender equality e all’empowerment delle donne che sostituiscano quelle attuali del 2010 che non tengono conto dell’agenda 2030;
  • l’adozione di linee di intervento strategico sul tema dei diritti umani, con un focus specifico rispetto alla difesa dei difensori‘ dei diritti umani;
  • l’aggiornamento e il rafforzamento dell’iniziativa sperimentale dei corpi civili di pace, rendendola accessibile alle organizzazioni non governative

Il saluto finale nell’intervento lo dedico a nome di tanti colleghi a voi ragazze e ragazzi dei licei e istituti che avete partecipato alla Conferenza. Avete scelto di esserci, senza un’obbligatorietà sancita da circolari del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR), venendo anche da fuori Roma, da Civitavecchia e Fasano, ad esempio. I temi non vi sono sembrati semplici, immediati, il programma è sicuramente apparso troppo fitto, gli spazi per lo scambio non sono stati sufficienti. Ma avete ‘resistito all’impatto‘. Benvenuti nel mondo della cooperazione internazionale, forse continuerete a frequentarlo, almeno lo avete conosciuto. Se avete intenzione di mettere in agenda per il vostro futuro un passaggio da questo mondo, accanto alle prospettive della carriera diplomatica, del lavoro nelle organizzazioni delle Nazioni Unite, ricordate sempre che si può provare a capire come funziona partendo dal volontariato internazionale, una strada accessibile a tutti, fosse solo per un mese, un anno o altro della vostra vita. Grazie ragazzi, siete l’investimento per il nostro futuro.

Infine, a 2 anni dal suo rapimento in Egitto, cui è seguita l’uccisione, chiediamo anche in questa occasione Verità e Giustizia per Giulio Regeni.

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