Non lasciamo sole le organizzazioni umanitarie e di cooperazione internazionale

Le associazioni di AOI sono vicine e infinitamente grate alle Organizzazioni non governative che nelle aree di guerra stanno affrontando le emergenze umanitarie. Un pensiero particolare in queste ore drammatiche all’opera di operatrici ed operatori di Emergency, presidio sanitario e di umanità vera in Afghanistan, nel pieno della recrudescenza della guerra che segna uno scenario di violenza e terrore causato da alleanze perverse e terribili tra talebani e Stato islamico. Emergency segnala il numero paurosamente crescente di civili feriti e spesso in condizioni disperate che arrivano nei loro ospedali.

Un’attenzione e un abbraccio anche al Cospe, che a Kabul ha due cooperanti italiane che ci informano costantemente sullo stato di crisi nella capitale, ma non intendono andarsene, vogliono stare accanto alle organizzazioni locali partner e alla popolazione. Questa non é incoscienza, non é eroismo, é forte responsabilizzazione da parte delle organizzazioni non governative.

Un atteggiamento di cui tutti noi cittadini dobbiamo essere fieri e che va tutelato e difeso: la scelta della solidarietà é indubbiamente Patrimonio dell’Umanità. Oggi più che mai.

Grazie a chi coraggiosamente e coscientemente pratica la solidarietà nelle aree di crisi e anche a chi non abbandona il presidio umanitario nel mar Mediterraneo: un messaggio di morte e disperazione é quello che ci ha lanciato nei giorni scorsi l’Ong SOS Méditerranée dalla sua nave ‘Aquarius’ nel Mediterraneo, durante le operazioni di salvataggio in mare dei migranti disperati in fuga sui barconi. Un senso di impotenza e rabbia di fronte all’arrogante violenza della guardia costiera libica che continua a ostacolare i soccorsi.

Non vi é umanità nel bloccare l’aiuto, nel chiudere le frontiere ai disperati. Intere popolazioni in fuga da fame, povertà e guerre, tantissimi civili intrappolati nelle città bombardate e sotto attacco dai terroristi ci dicono che un altro mondo va costruito e tutelato. I presidi militari non bastano, l’Afghanistan dal 2001 ad oggi l’ha dimostrato. La giustizia viene prima della difesa degli interessi acquisiti da pochi. Non lasciamo sole le organizzazioni umanitarie e di cooperazione internazionale ad affermarlo e a praticare la solidarietà.

Condividi