25 anni dalla Conferenza delle donne di Pechino: Piattaforma attuale, ma ancora non ci siamo

Esprimo solidarietà a tutte e tutti coloro che, come successo in questi giorni ad Elly Schlein, non avendo timore a esporre chiaramente le loro idee e proposte subiscono attacchi alla propria persona. Soprattutto se si è donna, ancor più se attiva in politica e e pubblicamente esposta, quando si fa dell’impegno civile e sociale la centralità del proprio agire, le reazioni mediatiche stanno diventando sempre più violente. È il caso delle dichiarazioni di un professore universitario, riprese da testate giornalistiche e rilanciate da profili social, rivolte appunto a Elly Schlein a commento della sua foto sulla copertina dell’Espresso e della sua intervista. Si può essere d’accordo o meno con quanto Elly Schlein dice e propone, ma è ovvio che la scelta di usare termini così chiaramente discriminatori rispetto al genere va ben oltre un attacco alla sua persona. Vi è un’idea e un pensiero politico discriminante in senso più generale. Sono passati 25 anni da quei giorni tra il 4 e il 15 settembre 1995 in cui si svolsero a Pechino la Quarta Conferenza Mondiale sulle donne e il Forum delle ONG. 31mila donne riuscirono ad ottenere una ‘Piattaforma d’azione’ ancora attualissima: diritti, punto di vista di genere, mainstreaming ed empowerment al centro. Allora si parlò per la prima volta chiaramente di “guardare il mondo con gli occhi di donna”. Ce lo ha raccontato autorevolmente AIDOS in un contributo e un documentario pubblicato su La Repubblica il 4 settembre scorso. Da qui bisogna ripartire, insieme, tutte le ‘persone perbene’, per andare oltre la risposta alle ingiurie e gli attacchi come quelle di oggi ad Elly Schlein, per bloccare ogni violenza di genere e rendere le donne veramente protagoniste del futuro dell’umanità. Partendo dal coinvolgimento delle giovani generazioni, tutte” ha dichiarato Silvia Stilli, portavoce di AOI

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