AOI

La delegazione organizzata da AOI, in collaborazione con Arci e Assopace Palestina, di operatrici e operatori umanitari, dirigenti associativi, parlamentari, giornaliste e giornalisti, è giunta oggi al Cairo.

La delegazione porterà il messaggio lanciato da ottobre dalla società civile italiana per il cessate il fuoco, per l’aiuto umanitario, per la ripresa delle trattative diplomatiche e per la pace, guidate dalle Nazioni Unite.

Più di 30.000 morti nella Striscia, 70mila feriti, 2 milioni ormai tra persone deportate lontano dalle proprie case, quasi 1 milione di profughi ammassati al confine con l’Egitto: 2/3 del territorio della Striscia è ormai distrutto.

Se non si muore per bombardamenti, proiettili e violenze, a Gaza adulti e tantissime/i minorenni sono in pericolo di vita per fame e sete, malattie, infezioni causate da condizioni igieniche insostenibili.

Gli ospedali sono senza medici e approvvigionamenti sanitari. È una crisi umanitaria gravissima, un orrore per l’umanità.

Nei prossimi giorni la delegazione si muoverà verso il valico di Rafah per seguire il percorso degli aiuti umanitari acquistati grazie alla raccolta fondi #EmergenzaGaza. Oggi incontrerà alcuni difensori dei diritti umani palestinesi e ong internazionali per raccogliere le loro voci e denunce.

Il cessate il fuoco è l’unica soluzione per la sopravvivenza di Gaza.

Centinaia di migliaia di persone mentre stiamo parlando stanno morendo di fame a Gaza. Per sopravvivere stanno cercando cibo per animali. Siamo nel 2024. E’ il fallimento dell’umanità. Abbiamo Fallito tutti”. Omar Ghrieb, policy officer Oxfam a Gaza e storico attivista palestinese è intervenuto insieme ad altri difensori dei diritti umani palestinesi e ong internazionali al primo incontro organizzato a Il Cairo nell’ambito della carovana solidale organizzata da AOI, insieme ad Arci e Assopace Palestina.
La delegazione composta da operatrici e operatori umanitari, dirigenti associativi, parlamentari, giornaliste e giornalisti, esperti ed esperte di diritto internazionale domani si muoverà domani verso Gaza per chiedere ancora una volta e ancora più forte il cessate il fuoco. “ L’unico modo – continua Omar – per fare arrivare gli aiuti umanitari. Come palestinese io vi chiedo di non normalizzare l’orrore di Gaza vi supplico di amplificare le nostre voci”.
La situazione, già gravissima sta precipitando: 30 mila morti, 8000 dispersi, 2 milioni di sfollati: “Israele ha dichiarato di voler attaccare Hamas ma sta attaccando la popolazione civile – ha dichiarato Helen Patterson responsabile Unità di emergenza a Gaza MSF durante lo stesso incontro -. Questo non è più sopportabile. Questo livello di distruzione non ha precedenti. La situazione sanitaria è inimmaginabile. Quello che riusciamo a fare è solo una goccia in un oceano.”.
A Gaza è in corso un genocidio – denuncia anche Basel Sourani del Palestinian Center for Human Rigths – non è una guerra, è un preciso attacco verso la popolazione. E la comunità internazionale non lo riconosce ancora, nonostante la sentenza della corte internazionale di giustizia. Tre giorni fa abbiamo assistito a un episodio molto grave: 112 persone uccise mentre aspettavano cibo. Sono i sacchi di farina più costosi della storia dell’umanità”.

“La parola chiave è accountability – dice invece nel suo intervento Issam Younis della Palestinian Medical Relief Society – Israele deve rendero conto non solo per i crimini che sta commettendo adesso a Gaza ma anche tutte le ingiustizie che ha perpetrato in questi 70 anni di Occupazione”.

La carovana con la delegazione italiana, nata per sensibilizzare la società civile e l’opinione pubblica italiana sul cessate il fuoco e per la ripresa delle trattative diplomatiche per la pace, guidata dalle Nazioni Unite, si muoverà domani verso il valico di Rafah anche per seguire il percorso degli aiuti umanitari acquistati grazie alla raccolta fondi #EmergenzaGaza. “Sperando di riuscire a consegnarli – ha detto Alfio Nicotra di Aoi – e a far arrivare il nostro sostegno alla popolazione di Gaza”.

L’ARRIVO A RAFAH.

La delegazione italiana arrivata al valico di Rafah.

La delegazione organizzata da AOI, in collaborazione con Arci e Assopace Palestina, composta da 50 persone tra parlamentari, associazioni, ONG, accademici e giornalisti è giunta questa mattina al valico di Rafah.

I camion di aiuti umanitari, realizzati grazie alle donazioni di cittadine e cittadini, gruppi, comunità e al contributo importante della Fondazione Con Il Sud, hanno attraversato il valico. Lungo la strada ci sono però migliaia di altri convogli bloccati. Sappiamo che questi aiuti sono una goccia nel mare di sofferenze che si vivono al di là di questa frontiera.
Dal valico di Rafah la delegazione italiana torna a lanciare ancora una volta un appello accorato per chiedere il cessate il fuoco permanente.

La popolazione è allo stremo. Gli aiuti da soli non bastano. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità per questa catastrofe umanitaria.

Nei giorni che hanno preceduto l’arrivo della delegazione alla frontiera, al Cairo ci sono stati gli incontri con le organizzazioni palestinesi per la difesa dei diritti umani, come Al Mezzan e Palestinian Centre for Human Rights, organizzazioni umanitarie internazionali come MSF ed Oxfam, agenzie delle Nazioni Unite come OMS, UNRWA e OCHA e, infine, la Mezzaluna rossa egiziana: tutte hanno descritto “un quadro apocalittico”.

Nella Striscia si sta consumando una catastrofe umanitaria senza precedenti. Per questi motivi dal valico di Rafah la delegazione torna a ribadire direttamente dalla frontiera più esposta del conflitto la necessità di un immediato cessate il fuoco, di tutelare l’incolumità della popolazione civile, garantendo la fornitura di aiuti umanitari all’interno della Striscia, e di sostenere ogni iniziativa per la liberazione degli ostaggi israeliani.