AOI accoglie con soddisfazione la posizione UE contraria al “Decreto Piantedosi’ e querela il direttore di Panorama.

È arrivata la lettera a firma del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, che invita il governo italiano a prendere in considerazione il ritiro o la revisione del decreto legge 1/2023, mirato a porre argini e ostacoli al soccorso umanitario in mare da parte delle navi delle ong.

Le argomentazioni esposte da Mijatović a nome dell’UE sono le medesime da noi presentate all’audizione congiunta delle Commissioni Trasporti e Affari Costituzionali della Camera il 16 gennaio scorso a motivazione del nostro no al decreto” – commenta la Portavoce AOI Silvia Stilli. In sostanza, le misure del governo Meloni ostacolano le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, andando in contraddizione con gli obblighi dell’Italia ai sensi dei diritti umani, del diritto del mare e più in complessivamente e del diritto internazionale: l’assegnazione di porti sicuri di sbarco per le persone accolte in Centro e Nord Italia, lontano dai luoghi del soccorso, mette in pericolo chi è in condizioni mediche critiche, anche neonati, e blocca l’assistenza delle navi ong obbligandole a viaggi lunghi e costosi e a soste prolungare; questo vale anche per il divieto dei soccorsi multipli.

Ancora una volta, come avvenuto per il Decreto governativo emesso ai tempi del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, l’Europa ci dà ragione. Il decreto va ritirato e devono prontamente essere ripristinate le condizioni di agibilità perché le nostre organizzazioni possano tornare a realizzare la propria missione, salvare sempre e ovunque vite umane”- dichiara Stilli – “ Le ong sono nuovamente sotto attacco per questo: dalla politica e dai media. Pesantemente da alcuni organi della carta stampata. Per autotutela e senso civico responsabilmente ho deposto a nome di AOI, venerdì scorso 28 gennaio, una querela indirizzata al Tribunale di Milano, rivolta al direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, per la copertina offensiva della rivista che accomuna le Ong ai pirati del mare. Nel rispetto della dignità e con l’orgoglio del nostro operare per la solidarietà e i diritti, che non devono più essere cancellati”.

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