La condizione della popolazione in tre paesi del Centro e Sud America in tempo di pandemia

L’impatto della pandemia per il Continente Latinoamericano può essere rappresentata come un’enorme onda provocata da uno tsunami più potente di quello del Sud asiatico del 2005. Un’onda che a causa del suo passaggio sta riportando tutti i paesi indietro di 10 anni.

Il virus spazzerà via il 9% del PIL latinoamericano e i suoi abitanti ritorneranno a un reddito medio del 2009. È quanto emerge dai dati di uno studio, pubblicato lo scorso ottobre, dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), le Nazioni Unite, la Banca per lo sviluppo regionale CAF e l’Unione Europea.

Il Continente non solo per mesi è stato l’epicentro dell’emergenza sanitaria, ma qui si registra il massimo impatto del terremoto economico provocato dalla pandemia che si esplica maggiormente con una discesa in verticale del trend negativo del prezzo internazionale delle materie prime, dalle cui esportazioni dipende il suo modello economico. Tanto da far dichiarare dagli esperti internazionali che «le conseguenze socioeconomiche della pandemia in America Latina non hanno precedenti».

Una situazione che andrà a pesare in massima parte sulle spalle dei gruppi sociali più vulnerabili, innanzitutto su quel 40% dei lavoratori informali ai quali manca qualunque forma di tutela. Sono coloro che sono costretti a inventarsi modi, dal lustrascarpe all’ambulante, per sopravvivere alla giornata. Un universo nel quale gravitano già ora sei latinoamericani su dieci. Un numero in crescita, anche a seguito della probabile chiusura causata dalla perdita dei fatturati di 2,7 milioni di imprese, molte piccole con un minor accesso al sistema finanziario, per la quale si prevede la perdita di 8,5 milioni di posti di lavoro. L’incremento della povertà è una realtà: si calcola che alla fine del 2020 siano poveri, in tutto il Continente, circa 231 milioni di persone, il 37 per cento della popolazione.

Di questa situazione se ne parla il 20 gennaio alle ore 18,00 nel WebinarLa condizione della popolazione in tre paesi del Centro e Sud America in tempo di pandemia”, organizzato da Caritas Biella e COE – Centro Orientamento Educativo, Socio FOCSIV. Dopo una breve presentazione della Campagna “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” da parte di Primo Di Blasio, coordinatore estero FOCSIV, e l’intervento di Daniele Albanese, che descriverà l’alleanza con il COE per la Campagna Caritas Italiana, FOCSIV e racconterà l’andamento dei corridoi umanitari in Italia e di come la pandemia abbia interferito nella loro realizzazione, si ascolteranno le voci di chi oggi è impegnato nell’affrontare questa emergenza a fianco delle popolazioni del Guatemala, della Colombia e del Cile. In particolare interverrà Marinella Bacchio, COE Guatemala, che analizzerà le conseguenze sociali ed economiche della pandemia in Guatemala; Padre Giuseppe Meluso dalla Parrocchia di Santa Maria della Sierra a Medellin in Colombia, sede di ENGIM Socio FOCSIV, che descriverà la questione educativa all’interno dei quartieri popolari di Medellin provocata dal COVID – 19 ed infine Rosario del Pilar Reuque Paillalef, referente COMI Cile, che racconterà la condizione nella quale versa la Comunità Mapuche a causa della pandemia in Cile. Il Webinar sarà moderato da Daniele Biella, giornalista ed autore.

Per informazioni e per richiedere il link allo zoom: m.bacchio@coeweb.org

Diretta sulla pagina di Facebook di Caritas Biella #insiemepergliultimi

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